mercoledì 23 marzo 2011

TORINO DA SCOPRIRE PARTE 2..

QUESTO è IL PROSEGUIMENTO DEL POST TORINO DA CURIOSARE
2 SECOLI FA IL PRIMO "COMPUTER".

Nascosto in via Garibaldi 25, più precisamente nella sacrestia della Cappella dei Banchieri e dei Mercanti si trova questo piccolo gioiello costruito in legno e carta che contiene al suo interno più di 46 mila dati in "memorie" (disco, nastro e tamburo). Una sorta di precursore di alcune tecnologie impiegate ancora oggi nei computer.
Si tratta di un Calendario Meccanico Universale.
Inventato da Giovanni Plana nel 1831, un matematico e astronomo piemontese, allievo di grandi scienziati come Lagrange e Laplace e detentore della cattedra di Astronomia dell'Università di Torino per 50 anni; questo calendario ha la particolare caratteristica di  riuscire ad identificare un giorno qualsiasi dall'anno "Uno" al 4000 d.C.
Pensate alla difficoltà nel riuscire a far combaciare perfettamente per la durata di migliaia di anni: la lunghezza convenzionale della settimana, le variazioni dei giorni 28-31, delle stagioni astronomiche, del rallentamento della terra nei secoli, tutte le festività mobili (come la Pasqua, Pentecoste, Ascensione Ceneri), delle oscillazioni prodotte dal combinarsi dell'attrazione gravitazionale dei pianeti, degli anni bisestili, della diversa durata dei giorni e quindi i relativi "scarti" (la giornata siderale non dura 24h) e molti altri fattori complessi.
Insomma un lavoro monumentale portato avanti per anni con una precisione maniacale e il risultato è questo incredibile capolavoro di meccanica che merita sicuramente una visita almeno una volta.



SOMMERGIBILE SUL PO'.

Mi raccomando, non cercate di scrutare un periscopio che spunta lentamente dalle acque mentre siete a bere qualcosa ai Murazzi durante il fine settimana, perché non vedrete nulla.
Effettivamente un sommergibile sul lungo po' esiste realmente, ma ormai sono parecchi anni che ha spento i motori ed è stato "messo in pensione". sto parlando del Provana, una vecchia unità entrata in servizio nel 1918, uscita dai cantieri FIAT e affidata alla Real Marina Sarda. Prese parte alle guerre di indipendenza e divento uno dei sottomarini della nascente Marina Italiana; è rimasto in attività fino al 1927 quando lo scoppio di uno dei reattori lo mise di fatto in pensione.


Da allora è stato smontato ed è diventato una innocua attrazione turistica visitabile da chiunque.
Da vedere almeno una volta.


IL RITO DELLA BAGNA CAODA.



Letteralmente " Salsa calda", è un piatto tipico della cucina Piemontese, Si narra che, i vignaioli, nel tardo Medioevo, desiderassero un piatto insolito per festeggiare la spillatura del vino nuovo, che segnava la messa al sicuro del raccolto più travagliato, più faticato e più insidiato: il vino. Fu scelto, di appaiare materie prime largamente diffuse e localmente disponibili: i buoni ortaggi piemontesi ed il prezioso aglio, l’acciuga salata in barili, che cominciava ad arrivare capillarmente ad ogni borgo e ad ogni collina grazie agli Acciugai ambulanti e l’olio di oliva.
Così all'arrivo dei primi venti freddi diventava un rito collettivo per tutte le famiglie raccogliersi attorno ad una pignatta bollente ed intingervi ogni tipo di verdura fresca: dai peperoni alle patate passando per cipolle, barbabietole etc...
Con la diffusione di questo piatto si sono moltiplicati i metodi per prepararlo, anche per attenuare una delle caratteristiche più "particolari", ovvero l'odore persistente d'aglio che ogni persona è costretta a portarsi dietro per le successive 24 ore (quindi se avete un appuntamento galante meglio disdire), dall'uso del latte per macerare  all'aggiunta del burro per alleviare l'odore.
Purtroppo a oggi le piole che servono ancora questa ricetta preparata a regola d'arte sono diminuite drasticamente; il mio consiglio è quello classico; trovare un piemontese d.o.c. e farsi invitare a cena per poter degustare questo piatto tipico nell'ambiente famigliare da cui è nato.



















lunedì 14 marzo 2011

TORINO DA CURIOSARE..

Ho letto di recente un libro molto bello: "101 cose da fare a Torino almeno una volta nella vita" di Paola Fiorentini. Mi è piaciuto subito, anche perchè, pur vivendo in questa meravigliosa città, non ero a conoscenza di tutte le cose scritte nel libro. Vi dò alcuni suggerimenti:

EGITTO DA SCOPRIRE

Probabilmente i torinesi doc ne sono a conoscenza, ma molte altre persone arrivate qui in tempi più recenti non sanno che qui, a Torino, esiste la seconda testimonianza (superata solo da quella del museo del Cairo) di una delle più grandi civiltà del passato, quella Egiziana.
 A pensarci bene effettivamente suona un po' strano che la seconda piu' grande raccolta di reperti di una civiltà così diversa e lontana nel tempo risieda proprio qui e non in uno dei grandi musei di Parigi o Londra.
La nascita del museo è avvenuta nel 1824 grazie all'acquisto da parte di Carlo Felice di Savoia della collezione BERNARDINO DROVETTI (ex console generale in egitto, amico del vicerè egiziano e primo a portare in Italia una preziosa parte della collezione ora presente nel museo); il palazzo del Collegio dei Nobili venne scelto come prestigiosa sede per ospitare i reperti.
Fu così che quei vuoti stanzoni si riempirono di antichi manufatti, arredi di tombe, mummie, papiri, pitture parietali, gioielli, statue e ogni genere di oggetti prelevati dalla sabbia millenaria d'egitto e trasferiti qui.
Con il passare del tempo e l'aiuto di un famoso archeologo Ernesto Schiaparelli, il museo continuò ad espandersi sempre più, diventando quello che è oggi, ovvero un viaggio attraverso l'Egitto antico tra tombe riprodotte, mummie sapientemente conservate e gigantesche statue dei faraoni dell'epoca il tutto esaltato da un'illuminazione d'autore.
DA NON PERDERE.




TORINO CITTA' OCCULTA.

Secondo gli studiosi d’esoterismo e gli appassionati dell'occulto, Torino è il vertice di due triangoli: quello della magia bianca o benefica insieme a Praga e Lione e quello di magia nera insieme a Londra e San Francisco.
Si narra che il cuore centrale della magia nera sia piazza Statuto, costruita su di una antica necropoli romana dove avvenivano le esecuzioni capitali e dove gli appassionati di esoterismo collocano nella fontana di piazza statuto la porta dell'Inferno.


Non a caso vi sono agenzie che organizzano veri e propri tour notturni nei luoghi dove secondo leggende sarebbe possibile ancora oggi incontrare, ombre vaganti tra spettrali sotterranei ed eleganti saloni, fantasmi che si aggirano tra le torri solitarie degli antichi castelli...
Alcuni edifici invece pur non avendo il loro "personale spiritello", conservano una fama inquietatante, per essere stati nel passato teatro di oscuri episodi; uno fra tutti, il palazzo in via XX Settembre, sede oggi della banca Nazionale del lavoro, nominato "Palazzo del Diavolo" perchè secondo delle voci, al suo interno si consumavano sedute spiritiche...
Torino è ricca di simboli "particolari" sparsi un po' ovunque, sulle facciate degli edifici, sui portoni antichi, all'interno dei palazzi e sui monumenti più conosciuti; basta aguzzare un pò la vista.


MANGIAMOCI UN BIRILLO.

E' la storia di un piccolo sogno Americano diventato realtà e tornato nella sua terra d'origine.
Il Birillo è stato uno dei più famosi ristoranti italiani aperto nella magica e incantata Hollywood da due fratelli Cuneesi che negli anni venti decisero di trasferirsi negli States per cercare fortuna.
 Iniziarono come tutti, dal basso, vendendo alle partite di baseball le loro specialità casereccie, grazie alla loro bravura e alla bontà dei loro prodotti vennero convinti a gettarsi nella grande distribuzione e acquistando un vecchio e disastrato ristorante ad Hollywood riuscirono ben presto ad affermarsi come uno dei più deliziosi ed esclusivi ristoranti di Los Angeles, non a caso i muri delle sale erano costellati di fotografie degli attori che frenquentavano il locale. Si dice addirittura che dal 1930 le più grandi produzioni cinematografiche hollywoodiane siano state decise proprio ai tavoli di questo luogo.
La stessa atmosfera è stata ricreata qui a torino nel ristorante prorprietà di Piero Chiambretti che porta lo stesso nome e che riprende in tutto e per tutto le fattezze dell'originale.
Al suo interno infatti troneggiano sulle pareti le immagini dei grandi attori di un tempo e all'ingresso un ritratto ad olio raffigura i due cuochi d'oltreoceano, pronti a darci il benvenuto per una serata piacevole e diversa dal solito..

PER CONTINUARE CLICCA QUI