sabato 30 ottobre 2010

Vivere e morire per un ideale



Proprio oggi sono andato a visitare il museo "Carceri le nuove" a Torino. E' stata un'esperienza molto forte e densa di significati. Il museo è appunto situato presso l'ex carcere di Torino. Fu inaugurato nel 1870 e rimase in funzione fino alla costruzione del carcere delle Vallette nel 1986. Inizialmente fu concepito come carcere a segregazione individuale, il che comportava che i detenuti non avessero modo di avere contatti tra di loro in nessuna occasione. Anche l'ora d'aria era in totale e completa solitudine, le finestre erano costruite per far si che guardando fuori fosse visibile soltanto il cielo. Ciò che rende preziosa questa costruzione è la storia di cui sono impregnate le sue mura. Durante il periodo fascista infatti furono rinchiusi e giustiziati moltissimi appartenenti alla resistenza  e partigiani, ebrei deportati e condannati a morte. Qui aveva sede il braccio carcerario tedesco gestito dalle SS, dove i detenuti venivano torturati per settimane, mesi e dove furono rinchiusi moltissimi ebrei in attesa di essere caricati sugli ormai tristemente famosi vagoni del treno diretti ai campi di concentramento. Il carcere si rese teatro di molteplici orrori fino a che i nuovi diritti costituzionali non costrinsero la città ad apportare le opportune modifiche per rendere più umane le condizioni della struttura. Ciò che colpisce direttamente al cuore sono le storie dei partigiani che furono catturati, processati e giustiziati tra il 44' e il 45' e che furono ospiti per diverso tempo di quelle anguste celle, nei sotterranei, al freddo, con una finestra a 2 metri di altezza, alta quanto una spanna. 
Colpevoli di aver dato voce alla libertà, di aver vissuto per un'Italia libera , democratica, colpevoli di aver sognato un futuro migliore.. per i loro figli.. nipoti.. e per tutti coloro che fossero venuti dopo. Vissuti in un'epoca in cui anche la libertà aveva un prezzo. E loro lo hanno pagato per tutti.  E girando di cella in cella si riconoscono nomi noti, nomi incisi sulle targhe che indicano alcune delle vie principali di Torino... Giambone, Cibrario, Artom, Vian, Giachino, Braccini... ragazzi di appena 17, 18, 19 anni. Catturati, processati e fucilati senza pietà. Ragazzi che hanno lasciato famiglie, mogli, figli.. per cercare di garantire loro una vita libera. E attraverso le mura di quelle celle risuonano le loro parole incise sui muri o scritte in lettere spedite poco prima di essere giustiziati... e tutti loro, lanciano un potente messaggio: "non dimenticate". Non dimenticate le vittime, non dimenticate i carnefici, non dimenticate coloro i quali sono in parte responsabili della libertà di cui godiamo oggi. In molte celle si leggono messaggi come: " muoio da uomo innocente ma sapendo che dono la mia vita in nome di un'Italia libera", "hanno respinto la mia richiesta di grazia, tra due ore sarò fucilato, il mio sangue sarà versato per una giusta causa". Giovani che hanno avuto il coraggio di dire "NO", pur sapendo che avrebbero rischiato le loro vite. Giovani che avevano una così grande causa da portare avanti che superava la paura. Giovani che non hanno conosciuto la gioia di essere padri, la sensazione di sentirsi liberi. Ma è grazie al loro sacrificio che oggi noi possiamo esserlo. Noi abbiamo la possibilità di essere migliori grazie al loro esempio. Noi possiamo far rieccheggiare nel tempo il loro messaggio. E il modo più grande che abbiamo per onorare quelle vite non è dedicando loro una targa. E' vivere ogni giorno con la gratitudine nel cuore. Vivere ogni giorno da uomini fieri e orgogliosi della storia che racconta il nostro paese. Vivere ogni istante onorando il dono della vita. E pensare che quelle persone non sono solo nomi incisi sulla pietra. Sono persone. Persone che avevano un volto, un nome, delle speranze e dei sogni, famiglia , mogli ,figli, fidanzate.. persone che avevano un cuore, che si è spento nel nome della libertà.
                                                                        1923-1045 (22 anni)
"se un uomo non è disposto a morire per le proprie idee o non valgono nulla le sue idee o non vale nulla lui"
http://www.museolenuove.it/

domenica 24 ottobre 2010

SELF-HELP LE NUOVE FRONTIERE DEL BENESSERE PERSONALE




“Di tutte le cose che possono avere un effetto sul vostro futuro, credo che la crescita personale sia la più grande. Possiamo parlare di crescita delle vendite, crescita del profitto, crescita patrimoniale, ma tutto questo probabilmente non avverrà senza la crescita personale." - Jim Rohn


Crescita personale… negli ultimi anni si sente sempre di più parlare di questo fenomeno in continua ascesa.. ma anche se molti ne parlano, pochi riescono poi a spiegare davvero di che cosa si tratti.

Ci voglio provare anche io, a spiegare, questo immenso universo che vive tante volte parallelamente al nostro senza che le strade si incrocino (purtroppo) e chissà che con il mio intervento qualcuno di voi si incuriosisca tanto da aprire quella porta e si lanci in una nuova esperienza entusiasmante e coinvolgente proprio come feci io un po’ di anni fa.

La crescita personale è,credo,un po’ l’obiettivo di tutti. Crescere a livello lavorativo,familiare, crescere all’interno di un rapporto umano che sia di amicizia o con i propri figli,progredire come individui.

Ma non tutti hanno gli strumenti e i metodi migliori per poter effettuare questi “salti di qualità” al meglio.
Come in altri ambiti gli Stati Uniti precedono l’Europa in questo campo di circa dodici anni. Infatti il “nuovo mondo” vanta un vasto numero di studi sul potenziale della mente umana, migliaia di libri che trattano questo argomento da molte angolazioni diverse e molti, anzi moltissimi “life o personal coach”.
Al solo sentire queste qualificazioni alcuni italiani puntano l’indice scandalizzati e gridano alla “solita americanata da esaltati”.

Sì, forse si tratta di “americanate”, ma se si ha l’umiltà e la voglia di scrollarsi di dosso tutti i pregiudizi e le credenze popolari che tante volte ci portano a guardare con diffidenza tutto ciò che è nuovo e che non abbiamo mai visto si possono trarre molteplici benefici da questa tipologia di corsi che si basano principalmente sul Self - help, il concetto che parte dal presupposto che per aiutare sé stessi efficacemente è valida e utile l'esperienza di studiare e mettere in pratica tecniche, idee e metodi provati con risultati concreti da altri che hanno già ottenuto l'efficacia desiderata.

Nell’universo della formazione italiana si fanno sentire diverse realtà di aziende che da ormai molti anni si occupano di formazione in italia con diverse sedi sparse in tutto il territorio.
I punti in comune di queste diverse realtà sono molteplici: permettere ad ogni partecipante ai corsi di poter acquisire strumenti e capacità tali da permettergli di andare a lavorare su quelle aree della propria vita che vengono definite come “migliorabili”.
“Migliorabile”… per alcuni può risultare una terminologia anche piuttosto ottimistica se messa a confronto con le difficoltà che si incontrano nella vita, che spaziano dalle difficoltà di un adolescente nel rapportarsi con i propri compagni fino ad arrivare al dolore che può essere provocato dalla perdita di una persona cara… nella mia personalissima esperienza ho capito una cosa fondamentale, le “sofferenze” di ciascuno di noi non possono e non devono assolutamente essere messe a confronto.

Questo perché? Per il semplice motivo che ognuno di noi vive e percepisce le difficoltà in maniera assolutamente personale.E in maniera altrettanto personale le affronta o meno.
Premetto una questione fondamentale che mi sta a cuore .
Tali aziende non hanno né la pretesa e nemmeno desiderano andare a sostituire in qualche modo un lavoro di tipo psicologico.
Si tratta di ambiti e metodi di lavoro completamente distinti. Questi corsi potrebbero essere semplicemente definiti come “corsi di seconde opinioni”, di punti di vista insomma.. esattamente come quando si parla con i propri amici cercando di trovare in loro un po’ di quella razionalità che tante volte manca nelle situazioni di crisi, queste persone si propongono come i “professionisti della seconda opinione”, coloro i quali con una grande esperienza alle spalle, con un background di crescita personale ci permettono di guardare le cose da un’altra angolazione. E spesso ci si trova ad affrontare e superare momenti di disagio che prima sembravano scogli insormontabili.

Grande esponente di questa “filosofia” negli Stati Uniti è Antony Robbins, la cui storia è conosciutissima da chi “mastica” un po’ di formazione (un vero e prorio self-made-man, cresciuto in una situazione familiare di disagio, con diversi problemi economici e di salute riesce a trovare dentro di sé la forza e gli strumenti per migliorare la sua vita e diventare un uomo di successo. Da quel momento in poi si dedica all’insegnamento di ciò che ha reso possibile questo successo in così poco e con così grandi risultati).
Questo approccio di formazione si basa sul principio secondo il quale tutte le risorse di cui abbiamo bisogno sono dentro di noi, bisogna solo trovare il modo di trovarle, tirarle fuori e sfruttarle al meglio.

Personalmente ritengo questo schema di pensiero produttivo ed incoraggiante, penso francamente che il mondo i cui ci troviamo abbia bisogno di una nuova generazione di individui che non piagnucolano di fronte alle sfide, che non si nascondono dietro alle scuse, ma che trovano dentro di sé il coraggio, la forza e l’onestà di ammettere quelli che sono gli sbagli passati e che guardano al futuro con ottimismo e con la ferma convinzione che questo nostro grande e a volte bizzarro mondo possa essere migliore.

E chissà, forse un giorno saranno proprio questi giovani la nuova classe politica, che non punta il dito sugli altri ma che si rimbocca le maniche e agisce.

Anthony "Tony " Robbins. Formatore e personal coach Statunitense di grande fama, è stato consulente di persone come Andre Agassi, Bill Clinton, Michael Gorbaciov, Donald Trump e molti altri personaggi influenti del panorama Americano.






giovedì 21 ottobre 2010

ABBONDANZA



Ho sentito parlare di abbondanza per la prima volta guardando il film “The Secret”; non so se qualcuno lo abbia visto o ne abbia sentito parlare. Questo film, dallo straordinario successo internazionale, spiega la “Legge dell’attrazione”, cioè il modo in cui i nostri pensieri influenzano la nostra realtà e letteralmente “attirano” a noi le esperienze che viviamo e la quantità di risorse che ci troviamo a disposizione nella vita.

Vi è mai capitato di voler evitare una situazione e trovarvici poi dentro in modo inspiegabile? Quello che secondo la legge di attrazione ha contribuito a creare questa situazione sono proprio i nostri pensieri. In altre parole si parte dal presupposto che tutto è energia e che anche i nostri pensieri lo sono. In ogni istante attraverso di essi propaghiamo nell’universo energia che va a mescolarsi con altra già presente, questo scatenerebbe delle reazioni che portano al realizzarsi di quello che abbiamo pensato, immaginato, visualizzato, a cui abbiamo appunto “dato energia”.

A me sembrava strano all’inizio credere a una cosa del genere, ma poi ho pensato a tutte le volte in cui nella vita mi sono capitate cose che desideravo fortemente e ho attribuito la responsabilità a questo.

E’ un principio molto importante perché mi ha permesso di rendermi conto che sono artefice proprio di tutto ciò che mi accede. Parlo così oggi perché ho applicato i messaggi di “The Secret” nella mia vita e FUNZIONA! Per esempio ho applicato questi insegnamenti quando ho aperto la mia attività. Ho pensato che sarebbe stato facile raggiungere il primo step e che l’avrei fatto nei tempi prestabiliti; ho iniziato a immaginare le persone che avrei incontrato, che mi avrebbero ascoltato attente e interessate e che avrebbero detto di sì a quello che avevo da proporre. Mi sono connesso al senso di gratitudine legato al risultato che avrei ottenuto e per la soddisfazione delle persone che avrei incontrato. Ho proprio fatto come sé fosse stato già così e così è stato! Ovviamente non mi è bastato stare in casa a pensare e visualizzare ma ho dovuto e voluto fare le azioni necessarie per ottenere quel risultato, ma mentre le facevo ero animato da quei pensieri e da quel senso di gratitudine, e indovinate un po’? Il risultato è arrivato! 

Da quel periodo lo faccio ogni volta e la mia vita è cambiata in meglio! Se non avete ancora visto il video o letto il libro “The Secret” fatelo, ne vale la pena.

sabato 16 ottobre 2010

PANTA REI


Eraclito sosteneva "Tutto scorre”.

Fondamentalmente il concetto è: tutto cambia, nulla rimane lo stesso, esattamente come il fiume che, pur avendo sempre il medesimo letto, ospita ogni istante acqua diversa. Allo stesso modo è l'uomo: la crescita, il cambiamento e l'evoluzione fanno parte di lui. E' la natura a insegnarlo. Crescere è normale. Ogni cosa cresce perché la crescita è il mezzo che la natura ha donato per affrontare meglio gli eventi, per sopravvivere e anche per poter vivere meglio.
Lo sviluppo personale è il mezzo per evolversi, migliorarsi, per fare un salto di qualità. Confucio diceva "acquisisci nuove conoscenze, mentre rifletti sulle vecchie". Non credo in realtà che sia necessario scomodare Confucio per capire che il costante e continuo miglioramento siano la base del progresso. Solamente un inconsapevole, nel terzo millennio, non dedicherebbe molte delle sue energie per migliorarsi!

Al giorno d’oggi si possono trovare spunti di crescita ovunque: un buon libro, un corso, un video su internet. Per chi vuole maturare le opportunità sono ovunque, basta cercarle! Se ogni azienda seria sceglie d’investire nella formazione dei suoi dipendenti, perché ognuno di noi non fa la stessa cosa con se stesso?

Credo fermamente che la ricerca del miglioramento dovrebbe diventare una consuetudine, qualcosa di scontato per l'uomo moderno. Vedo nella crescita personale la via di evoluzione più veloce per l'uomo. Crescere vuol dire condividere, orientare la propria attenzione alla soluzione dei problemi, vuol dire, in sostanza, esigere per se stessi il meglio. Significa scegliere di essere ogni giorno un po' più felice del giorno precedente.

Meandro diceva: "a lungo andare solo il capace ha fortuna". L'ho sempre trovata una frase estremamente affascinante! Ogni tanto si sentono persone che attribuiscono il successo degli altri al caso, alla buona sorte o alla fortuna. Sono convinto che un pensiero come questo tenda a deresponsabilizzare terribilmente chi non ottiene un risultato. Non voglio credere che il successo sia da attribuire alla fortuna! Preferisco pensarmi artefice della mia sorte e responsabile della mia vita! Preferisco credere che sarà la mia costante crescita a portarmi al raggiungimento dei miei obiettivi!

Ritengo che la vita sia più facile per chi sceglie di crescere! Lo dicevano anche i latini, in fondo: "homo faber suae fortunae"! E noi, più di 2000 anni dopo, non l'abbiamo ancora capito?

martedì 12 ottobre 2010

IL POTERE DELLA VISUALIZZAZIONE






Il destino non è questione di fortuna; ma è questione di scelte. Non è qualcosa che va aspettato ma piuttosto qualcosa che deve essere raggiunto. - William Jennings Bryan


Le scelte, una persona le prende tutti i giorni: per vestirsi prima di uscire di casa, quando decide cosa mangiare, dove andare, come vivere la propria vita, come vuole sentirsi all’interno del proprio corpo…

A me piace molto fare sport, corsa, flessioni, addominali e ultimamente mi sto dedicando a utilizzare la visualizzazione.
Con questo termine intendo che più si utilizza in modo produttivo la nostra mente più possiamo ottenere risultati positivi, anche nello sport.

Come sarebbe dedicare del tempo seduti su una comodissima poltrona o sdraiati sul letto e riuscire a migliorare le proprie capacità fisiche?

A me ha sempre affascinato capire come e se fosse possibile. Allora ho scelto di farlo.

Ogni giorno dedico del tempo per me, mi sdraio sul mio letto, mi siedo comodamente sulla poltrona di casa, chiudo gli occhi e inizio a visualizzare. Ma cosa?

Mi immagino a fare attività fisica, visualizzo fin nei minimi dettagli ogni muscolo che si attiverebbe in quel movimento, la superficie del terreno sotto le mie mani, mentre faccio flessioni, la mia respirazione, la resistenza di ogni mio muscolo, il sudore che scende sulla mia fronte e la fatica che proverei in quei momenti, e ogni volta la mia attenzione si sofferma sui pensieri che ho in quegli istanti, sul perché lo faccio sul mio obiettivo da raggiungere. Ho notato che tutto questo mi ha portato a ottenere dei miglioramenti quando, fisicamente, faccio sport.

Sono molto più concentrato, più energico e la mia mente si focalizza con più facilità non sulla fatica ma sul mio obiettivo finale! Insomma su quello che voglio.

Sapevate che la nostra mente non distingue un’esperienza vividamente immaginata da una realmente vissuta? Io l’ho letto sul libro di Maxwell Maltz, “Psicocibernetica”; penso, quindi, che scegliere di utilizzare la propria mente per migliorare anche il proprio aspetto fisico, per sentirsi più carichi, esprimere più energia e sentirsi sempre meglio con se stessi, sia una cosa utile a chiunque.
Provate per credere!

Anzi scegliete di crederci, anche questo dipende da dove orientate la vostra mente.